
ERMANNO OLMI cortometraggio del 1954 tratto da “Dialogo di un Venditore di almanacchi e un passeggiere” di GIACOMO LEOPARDI – Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia. Cliccare sull’immagine o qui per vedere il filmato.
“Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quello che non si conosce; non la vita passata, ma la futura”. (Giacomo Leopardi, “Dialogo di un Venditore di almanacchi e un passeggero”, Operette Morali, 1832-34).
Come sarà questo nuovo anno? Cosa ci riserveranno i prossimi mesi? Saranno migliori o peggiori di quelli trascorsi?
Anche se non abbiamo una risposta a queste domande, istintivamente ci auguriamo che il futuro ci riservi cose migliori del passato.Senza questa speranza la vita non è più “la cosa bella” di cui parla il passeggero nel dialogo col venditore di almanacchi scritto da Leopardi, ma solo una infinita serie di guai e sofferenze.
Ai tempi dell’autore vendere almanacchi (cioè raccolte da affiancare ai calendari, contenenti informazioni sulle festività principali, dati astronomici su alba e tramonto, oltre a notizie su fiere, mercati e spesso anche racconti o enigmística), era considerato di buon auspicio.

Almanacco per il 1791 – Artista sconosciuto anno 1790
Quindi il venditore in fondo era colui che offriva quella speranza nel futuro indispensabile per affrontare la vita, una figura tanto umile quanto moderna, nella sua attualità.
Olmi nel suo bel cortometraggio trasporta negli anni “50 il dialogo, fotografando la trasformazione dalla civiltà da contadina a industriale, e lo spostamento dalle campagne alle città, che si stava verificando in Italia in quel periodo.
Adesso venditore e passeggero dialogano sotto le insegne luminose dei negozi, dentro un’affollata stazione, continuando tuttavia a interrogarsi sul senso della vita, in quel mondo che sta mutando così profondamente e irrimediabilmente.
Straordinariamente le parole di Leopardi, che Olmi cita fedelmente nel suo dialogo, non cambiano di significato. Anche se inserite in un contesto così nuovo e diverso dall’originale, continuano a trasmettere il valore della speranza in un futuro migliore per ottenere una vita felice.

Ermanno Olmi, foto By Associazione Amici di Piero Chiara [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)%5D, via Wikimedia Commons
Allo stesso modo resta invariata l’offerta del venditore: un almanacco come augurio di buon anno. Una proposta quasi ingenua ai nostri occhi, smaliziati da decenni di marketing e tecniche di comunicazione.
Certo si tratta di un personaggio umile, prigioniero della sua ignoranza e del suo fatalismo, apparentemente nemmeno paragonabile alla figura dei moderni venditori, di colti consulenti o preparati e agguerriti account manager a cui siamo abituati.
Eppure, in quel rispondere con semplicità e nella franchezza con cui accetta di ascoltare e comprendere le riflessioni del suo cliente, il venditore di almanacchi mi sembra tanto umile quanto moderno, oltre che profondamente etico.

Il Venditore di Almanachi – dal cortometraggio di Ermanno Olmi “dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggiere”, Cineteca Nazionale, Centro Sperimentale di Cinematografia link
Il nostro protagonista con il suo atteggiamento sembra quasi andare oltre la vendita di un almanacco al suo interlocutore. Piuttosto riesce a offrire, nonostante i suoi evidenti limiti, la consapevolezza che solo la la vita che non si conosce, cioè il futuro, può dare la felicità.
In questo senso l’umile venditore diviene etico. Accettando di porre al centro del dialogo le esigenze ed i pensieri del suo interlocutore, crea una relazione tramite cui trasferire valore: la speranza di cui l’almanacco diviene il simbolo.
Di fronte alla ragione, che sembra scardinare ogni illusione, attraverso la creazione di valore, si riafferma il bisogno incessante di vivere ogni aspetto della vita con fiducia nel futuro.
Un tema e una prospettiva quanto mai attuali nell’era del citizen consumer e della sovranità del consumatore, dove le aziende stanno dando vita al Consumer Capitalism, orientato al consumatore attraverso l’adozione di nuovi modelli produttivi e innovative strategie di business.
In questo mondo in divenire in cui si sta passando, come ha notato Davide Arcidiacono, Dalla Mass Customization al Crowdsourcing si va affermando il primato dell’etica negli affari, attraverso la Responsabilità Sociale di Impresa.¹
In questo contesto trova spazio perciò la figura del nostro venditore di almanacchi, etico “suo malgrado”. Capace di ascoltare e rispondere con onestà.
Si crea così quella relazione tramite cui, quasi inconsapevolemente, riesce ad offrire la speranza in quella vita che non si conosce, perchè vita futura, di cui continuiamo ad avere bisogno anche all’inizio di quest’anno.
Bibliografia
¹DAVIDE ARCIDIACONO, Consumatori attivi. Scelte di acquisto e partecipazione per una nuova etica economica, FrancoAngeli, Milano 2013, p. 83